La risposta sembra scontata, ma conosci davvero quando si utilizza il filtro tangenziale nel vino?
Oltre ai vantaggi tecnologici della filtrazione tangenziale, ci sono anche alcuni vantaggi economici e operativi da considerare:
- Eliminazione dei costi di manodopera e risparmio di tempo (i filtri tangenziali sono altamente automatizzati).
- Eliminazione di cartoni e farina fossile e quindi riduzione di costi di acquisto, di stoccaggio e smaltimento esausti, miglioramento dell’igiene e della sicurezza sul lavoro.
Questo articolo però vuole esaltare un ulteriore aspetto, ovvero la polifunzionalità del filtro tangenziale. Si può effettuare la filtrazione in qualsiasi stadio e in qualsiasi momento del processo enologico.
La figura riportata illustra i possibili utilizzi nello schema tradizionale di produzione dei vini.
Nella vinificazione in bianco il filtro tangenziale essere utilizzato dopo la fase di flottazione o decantazione statica del mosto. La filtrazione tangenziale può essere effettuata subito dopo la chiarifica e prima della fase di stabilizzazione tartarica sostituendo i sistemi tradizionali di filtrazione con farina fossile e con cartoni.
Un altro utilizzo è per la produzione di vini con residuo zuccherino per fermare la fermentazione alcolica e per la produzione di vini biologici.
Nella vinificazione in rosso il filtro tangenziale è utilizzato prima o dopo la fermentazione malolattica, oppure dopo la maturazione.
In entrambe le tipologie di vinificazione, la filtrazione tangenziale si utilizza prima dell’imbottigliamento. Va sempre più affermandosi infatti la sostituzione della filtrazione con farina fossile e con cartoni. Le caratteristiche organolettiche del vino vengono totalmente preservate ottenendo, dopo la filtrazione, un prodotto di qualità superiore rispetto le tradizionali tecnologie.